Quante volte i bambini ci chiedono di fare questo gioco, ma perché nonostante gli anni continua ad essere uno dei preferiti dei nostri bambini?

Può aiutarci a capirlo il caro vecchio Winnicott (pediatra e psicoanalista) quando ci dice che “l’origine del bambino ha luogo quando egli viene pensato”, perché è proprio questo che ricerca il bambino quando fa questo gioco: essere pensato, essere cercato.

Non a caso il gioco per lui è solitamente più divertente se è lui a nascondersi, il brivido dell’allontanamento diventa una fonte di eccitazione, sostenibile però a patto di “sentire” che lo si sta cercando, altrimenti il gioco non vale, non è più divertente, “mamma ma tu non mi cerchi!”. Come non lo è qualora ci si metta troppo a trovarlo, allora ecco che il bambino spunta fuori “eccomi mamma sono qui!” perché non può resistere dall’essere troppo distante, introvabile, rischierebbe di perdere il contatto con la mamma.

Da adulti non smettiamo mai di desiderare di essere cercati. Ecco perché questo gioco è così importante, poiché rappresenta un elemento fondamentale della natura umana: “essere nella mente di qualcun altro” .

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Michaela Mortera

Psicologa dell'Età Evolutiva, Psicoterapeuta Familiare